Prossimi Appuntamenti

Siracusa - Le Rappresentazioni Classiche "Quello che le rocce raccontano"

Scarica il file iCal

 

Siracusa 2018

 

ITINERARIO

 

Sabato 2 Giugno 2018

 

SIRACUSA - RAPPRESENTAZIONI CLASSICHE "Quello che le rocce raccontano"
(Sabato: Edipo a Colono; Domenica: Eracle)

Visita delle Latomie dei Cappuccini (la forza della natura che conferisce a questo luogo un aspetto esotico, il contrasto fra la bellezza idilliaca del giardino, creato dai frati Cappuccini in questa ex cava di pietra, e le vertiginose pareti a strapiombo che lo circondano) Visita dell’isola di Ortigia: della Chiesa di San Filippo Apostolo alla Giudecca (i bagni ebraici), della Piazza, del Duomo, della Chiesa di S. Lucia, che custodisce il quadro di Caravaggio.

 

Appuntamento: sabato 2 giugno, ore 08:15 Piazzale Giotto (capolinea autobus)
Partenza: ore 08:30 (pullman GT Autoservizi Salemi)
Hotel: Le Residenze di Archimede****

Sabato 2 giugno

Partenza
Arrivo a Siracusa e trasferimento in Hotel
Assegnazione delle camere riservate
Pranzo a sacco

Tempo libero in Hotel (Piscina)

Ore 17:30 trasferimento al Teatro Greco per assistere alla prima rappresentazione
Rappresentazione: Edipo a Colono di Sofocle (inizio alle ore 19:00)

Trama:
Edipo mendico e cieco, giunge nel bosco sacro di Colono, sorretto dalla figlia Antigone, qui secondo l’oracolo concluderà la sua vita. Dapprima il Coro dei vecchi ateniesi cerca di allontanarlo, poi cede, mosso a pietà. Arriva anche Ismene, figlia di Edipo e annunzia la discordia dei fratelli Eteocle e Polinice che lottano per il dominio di Tebe. Ismene rivela il nuovo oracolo in base al quale, morto o vivo, Edipo avrebbe portato salvezza ai suoi alleati; per questa ragione, dalla sua città, avrebbero cercato il suo favore o di averlo in proprio potere. Un tuono improvviso è il segno inviato dagli dei che annunciano l’imminente morte di Edipo.
Al termine trasferimento in hotel per la cena

Domenica 3 giugno

Colazione
Rilascio delle camere
Ore 9:45 partenza per la visita

Visita delle Latomie dei Cappuccini

Collocata al confine orientale della pentapoli greca, la Latomia, il cui nome deriva dalla sua originaria funzione di cava (dal greco latomiai: litos – temno, pietra tagliata) fornì per secoli il materiale di costruzione alla città di Siracusa di cui rappresenta una delle testimonianze più particolari della sua storia millenaria. Già nel V sec. a.C. Senofane da Colofone ne descriveva i pesci fossilizzati nelle rocce e Tucidide, nel VII libro delle Storie, racconta che gli Ateniesi sconfitti da Siracusa nella battaglia del 412 a.C. furono rinchiusi in quel luogo orrido e inaccessibile. Nel corso dei secoli il sito ha cambiato destinazione divenendo oltre che prigione, luogo di culto e necropoli pagana e cristiana, come testimoniano i numerosi ipogei esistenti. Delle latomie siracusane, quella dei Cappuccini è sicuramente la più antica e la più bella; dai documenti d’archivio sappiamo che era chiamata del “Palombino” e poi “Silva dei Cappuccini”. Il legame con i Frati minori di S. Francesco risale al 1582, quando l’Università di Siracusa la donò ai frati perché vi costruissero nell’area soprastante il loro convento fortificato, a difesa di questa parte della città la cui costa era minacciata da continui attacchi pirateschi. Furono i frati a trasformare la latomia in orto e in giardino e a loro si deve la ricca e folta vegetazione esistente, l’escavazione di pozzi, la costruzione di cisterne, di lavatoi e dei sistemi di irrigazione ancora visibili. Nel 1866, a seguito della legge eversiva per la confisca dei Beni ecclesiastici, la latomia divenne proprietà demaniale e da allora appartiene al Comune di Siracusa. La Latomia si estende per circa 23.000 mq, vi si accede attraverso una lunga ma agevole scala, e si può dividere in tre zone; nella prima le alte pareti verticali che raggiungono i 30 – 40 metri di altezza, mostrano ancora oggi il taglio perfetto della roccia calcarea dal caratteristico colore bianco-grigio. Il grande pilastro di roccia che si erge al centro, ha assunto, per l’azione erosiva degli agenti atmosferici, la forma della testa di un coccodrillo dall’enorme bocca spalancata. L’accesso agli altri due settori della Latomia è caratterizzato da una breve scala alla sommità della quale, si trova l’unica volta integra dell’intero complesso, poiché il tempo, i terremoti e le intemperie hanno fatto crollare l’originaria copertura sorretta da pilastri naturali ormai quasi tutti inesistenti. La vegetazione della latomia ha un’importanza particolare dovuta, non tanto alla rarità delle specie, quanto al notevole sviluppo apicale raggiunto dalle piante a volte 20-30 metri, alla ricerca del sole poco presente in diverse ore del giorno. L’habitat creatosi nel corso dei secoli per le condizioni climatiche e il fertile humus originatosi dall’accumulo di detriti, è costituito quindi da una composizione vegetale di notevole suggestione visiva che comunica al visitatore una gradevole sensazione di serenità e rende il sito uno dei giardini storici più importanti della Sicilia Orientale. Dell’antico impianto rimangono ancora gli ultracentenari Pioppi, immortalati nelle stampe dei viaggiatori stranieri. Per questi ultimi infatti la Latomia era una delle tappe obbligate nel loro viaggio in Sicilia compreso nel “Gran Tour” e uno di loro, J.Houel, che vi soggiornò a lungo, scrisse che ” i luoghi di Siracusa che più affascinano sono le latomie.” Fino agli anni ’70 la Latomia dei Cappuccini è stata una delle attrazioni di Siracusa dove si andava a trascorrere piacevoli serate con manifestazioni che si svolgevano nel suggestivo spazio denominato “Teatro di Verdura”. Era usanza, infatti, da parte degli attori impegnati negli spettacoli classici del Teatro Greco, dedicare alcune serate a rappresentazioni e recital nel teatro della Latomia, che ha visto pertanto recitare Vittorio Gasmann, Elena Zareschi, Annibale Ninchi, e tanti altri.

Siracusa

Sin dai tempi più remoti Siracusa ha rappresentato un tappa importante per i viaggiatori e anche oggi essa conferma la sua autenticità agli occhi di chi passa da qui. Il suo patrimonio archeologico, artistico e monumentale è una perfetta sintesi della storia di tutta la Sicilia. Siracusa possiede una storia millenaria: la sua fondazione avvenne intorno all'anno 734-733 a.C., ad opera dei Corinzi. Annoverata tra le più vaste metropoli dell'età classica, primeggiò per potenza e ricchezza con Atene, la quale tentò invano di assoggettarla. Numerose le personalità influenti accolte al suo interno, come Platone che giungendovi per ben tre volte, cercò di instaurarvi lo Stato ideale della Repubblica. Patria di artisti, filosofi e uomini di scienza, diede i natali, tra gli altri, al celebre Archimede. Fu conquistata dall'antica Roma nel 212 a.C. Cicerone nel I secolo a.C. la descriveva ancora come la «più grande e la più bella città greca». Nell'anno 61 vi sostò per tre giorni l'apostolo Paolo, mentre veniva condotto a Roma. Siracusa è altresì nota per essere la città natale di Santa Lucia, il cui martirio avvenne il 13 dicembre del 304. Importante centro dell'Impero bizantino, ne divenne la capitale durante il VI secolo. La conquista araba, avvenuta nell'anno 878, pose fine all'egemonia siracusana. Dopo il violento terremoto del 1693, il centro storico della città assunse lo stile barocco che tutt'oggi lo contraddistingue. In epoca moderna fu una delle tappe principali del Grand Tour europeo. Durante la Seconda guerra mondiale, nell'anno 1943, venne firmato a sud-ovest di Siracusa, in contrada Santa Teresa Longarini, l'armistizio che sanciva la cessazione delle ostilità tra il Regno d'Italia e le forze alleate degli anglo-americani; passato alla storia come l'armistizio di Cassibile. Caratterizzata da ingenti ricchezze storiche, architettoniche e paesaggistiche, la città di Siracusa è stata dichiarata dall'Unesco nel 2005, congiuntamente alla Necropoli Rupestre di Pantalica, patrimonio dell'umanità.

Ortigia

L’isola di Ortigia rappresenta il cuore della splendida città di Siracusa, il primitivo nucleo abitato dove percepire secoli di storia, arte e cultura che hanno contraddistinto questo suggestivo luogo siciliano. Anche se si tratta di un’isola, essa è collegata alla terraferma tramite il Ponte Umbertino che permette direttamente di passare da Siracusa città all’isola di Ortigia. Il suo nome rimanda ad origini greche, anche se questa zona, ricca di sorgenti d’acqua dolce, era abitata già dall’età del bronzo, come testimoniato da reperti archeologici databili tra il 3500 a.C. ed il 1200 a.C. Passeggiare in questo territorio vuol dire assaporare secoli di storia, captando nelle costruzioni ancora vive in questo quartiere le civiltà greche, romane ed il passaggio indelebile degli aragonesi e degli arabi.

Duomo (Tempio di Minerva)

Nella parte alta dell’isola di Ortigia, il sito ove sorge il Duomo di Siracusa era destinato, fin dall'antichità, a ospitare un luogo di culto. A un tempio eretto nel VI secolo a.C., si sostituì il Tempio di Atena (o Minerva), innalzato in onore della dea dal tiranno Gelone, dopo la grande vittoria di Imera (480 a.C.) contro i Cartaginesi. Nel VII secolo, all’epoca del vescovo Zosimo, il tempio di Atena fu inglobato in un edificio cristiano, dedicato alla Natività di Maria: in particolare, furono innalzati muri a chiudere lo spazio tra le colonne del peristilio e aperte otto arcate nella cella centrale, per permettere il passaggio alle due navate laterali così ottenute. Le imponenti colonne doriche sono ancora oggi visibili sul lato sinistro, sia all'esterno sia all'interno dell'edificio. Forse trasformata in moschea durante la dominazione araba, la chiesa fu rimaneggiata in epoca normanna. Il terremoto del 1693 causò vari danni, tra cui il crollo della facciata. La facciata attuale – capolavoro dell’architetto palermitano Andrea Palma, e una delle migliori testimonianze barocche di Siracusa – fu realizzata fra il 1728 e il 1754. Essa s’innalza su un’imponente scalinata ed ha la colonna come modulo compositivo. Il prospetto è a due piani, coronati da un frontone. Opera di Ignazio Marabitti sono le due statue che affiancano la scalinata (San Pietro e San Paolo) e quelle che ornano il secondo ordine (San Marciano, Santa Lucia e, nell’edicola centrale, la cosiddetta Vergine del Piliere). L'ingresso è preceduto da un atrio con un bel portale fiancheggiato da due colonne a torciglioni, lungo le cui spire si avvolgono rami d'uva. L'interno è a tre navate e a impianto basilicale. La navata centrale è coperta da un cinquecentesco soffitto ligneo a travature scoperte. Il pavimento, marmoreo e policromo, fu voluto dal vescovo Bellomo e realizzato nel 1444. Il lato destro della navata laterale è delimitato dalle colonne del tempio, che oggi danno accesso alle cappelle. Nella prima cappella è conservato un bel fonte battesimale, formato da un cratere greco in marmo sostenuto da sette leoncini in ferro battuto del Duecento. La cappella di Santa Lucia presenta un bel paliotto argenteo del Settecento. Nella nicchia è conservata la splendida statua d’argento della santa, opera di Pietro Rizzo (1599). L’ampia cappella del Crocefisso, in fondo alla navata destra, accoglie una tavola con San Zosimo, forse di Antonello da Messina; all’altare della cappella è una croce in legno di stile bizantino. Fra le altre opere d’arte conservate in Duomo, spiccano le molte statue dei Gagini, tra cui quella della Vergine (di Domenico) e di Santa Lucia (di Antonello) lungo la navata laterale sinistra, e la Madonna della Neve (di Antonello) nell'abside sinistra. Vi si trovano pure quadri su legno e su tela di epoca bizantina; un artistico coro in noce del Quattrocento; un organo e la cantoria in legno dorato con ornamenti a stile corinzio, pure risalenti al Quattrocento.

Chiesa di Santa Lucia alla Badia

La Chiesa e il convento cistercense dedicato a S. Lucia avevano un posto di rilievo nel culto cittadino, per la sua ubicazione nel cuore di Ortigia e soprattutto per la festa di S. Lucia di maggio, istituita a ricordo di un miracoloso intervento (ancora oggi celebrato la prima domenica di maggio) della Patrona durante la carestia del 1646, quando la Santa avrebbe condotto due navi cariche di cereali nel porto interrompendo la lunga fame dei Siracusani, quella "dira fames" che aveva fatto soffrire il popolo, come ricorda la lapide esistente nella chiesa al disotto del coro delle monache. S. Lucia alla Badia sembra costruita in due stili diversi: la parte inferiore è alla maniera del Picherali, con bei rilievi degli stemmi spagnoli come era prima dell'ascesa al trono di Filippo V nel 1705, mentre la decorazione dell'ordine superiore è una specie di variante di rococò che ricorda i pannelli in legno così frequenti nelle sacrestie siciliane. Rilievi dello stesso stile ornano la facciata di Palazzo Borgia. Una forma diversa di quasi rococò si può vedere nei capitelli del tempietto ottagonale di S. Lucia al Sepolcro. Lo stile è del tutto insolito in Sicilia: l'unica analogia sembra offerta dai rilievi nei pennacchi dell'ex chiostro dell'Olivella, ora Museo Nazionale, a Palermo.
Facciata
La chiesa ha un alto prospetto (m. 25) composto da paraste ioniche, la cui trabeazione è costituita da una balconata chiusa da una elaborata ringhiera a petto d'oca. Il portale con frontone spezzato sorretto da colonne tortili con alto piedistallo è decorato da una cornice contenente raggi, su cui sono posti una colonna, una spada, una palma e una corona, simboli del martirio di S. Lucia. Ai lati, racchiusi entro cornici, stemmi dei reali di Spagna sormontati da corone. Sulla sommità una croce di ferro rimossa perché pericolante.
Interno
Ad unica e raccolta aula, è quello tipico delle chiese monastiche. Nella volta un affresco fervido settecentesco con il "Trionfo di S. Lucia". Dietro l'altare maggiore vi è un "Martirio di S. Lucia", dipinto intensamente narrativo di Deodato Guinaccia (II metà del secolo XVI). Gli stucchi furono eseguiti da Biagio Bianco di Licodia nel 1705, mentre le dorature sono del 1784 così come il restauro delle volte con gli affreschi riguardanti il miracolo del 1646. Il paliotto d'argento fu eseguito dall'orafo messinese Francesco Tuccio nel 1726. Nella parte destra si può ammirare una tela di Giuseppe Reati (l64l) con il miracolo di S. Francesco di Paola. La cantoria, infine, posta sulla verticale del vestibolo, è chiusa sulla navata da un'alta gelosia lignea ad andamento curvilineo. Dal 2009 la chiesa ospita "Il seppellimento di S. Lucia", imponente quadro (olio su tela cm 300x408) che Michelangelo Merisi da Caravaggio dipinse tra il 1608 e il 1609 durante il suo soggiorno a Siracusa, seguito alla fuga da Malta.

Pranzo presso l’agriturismo Case Damma – Siracusa
Ore 17:30 trasferimento al Teatro Greco per assistere alla seconda rappresentazione

Rappresentazione: Eracle di Euripide (inizio alle ore 19:00)

Trama:

Megara, moglie di Eracle, i tre figli dell’eroe e il padre Anfitrione, attendono il ritorno di Eracle, sceso nell’Ade per compiere l’ultima fatica; la loro vita è in pericolo da quando a Tebe Lico si è impadronito del potere uccidendo Creonte, padre di Megara e re della città. Proprio quando il sacrificio sta per compiersi ritorna Eracle, entra nella reggia per tentare un agguato a Lico. Questi cadrà poco dopo sotto i colpi di Eracle. Giustizia è fatta, almeno così sembra…

Al termine partenza per Palermo

 

 

indietro

Iscriviti alla Newsletter

corso-di-dizione


corso-inglese-fb

icona fotogallery 90blubianco

Abbiamo 354 visitatori e nessun utente online

5XMILLE

Cerca nel sito

translate

Italian Arabic Chinese (Simplified) English French German Japanese Korean Portuguese Russian Spanish

Prossimi appuntamenti

 

Sabato 14 e domenica 15 marzo 2020

 

Mineo e i luoghi di Luigi Capuana – Grammichele

 

 Venerdì 1 - Sabato 2 - domenica 3 maggio 2020

 

La Scala dei turchi ­- Cammarata

Racalmuto e i luoghi di Leonardo Sciascia

  

Sabato 6 e domenica 7 giugno 2020

 

Siracusa - Palazzolo Acreide

RAPPRESENTAZIONI CLASSICHE

 

Nessun evento
Ultimo mese Maggio 2024 Prossimo mese
L M M G V S D
week 18 1 2 3 4 5
week 19 6 7 8 9 10 11 12
week 20 13 14 15 16 17 18 19
week 21 20 21 22 23 24 25 26
week 22 27 28 29 30 31


ACCADEMIA NAZIONALE DELLA POLITICA

PRESIDENZA e SEGRETERIA GENERALE
Via Michele Miraglia, 18 - 90139 Palermo Tel. 091333913 - Fax 0916622514
E mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. | Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Copyright © 2012-2014. All Rights Reserved. | Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.