Prossimi Appuntamenti

Gole di TIBERIO - POLLINA

Scarica il file iCal

 

Pollina 2018

 

ITINERARIO

 

Domenica 8 aprile 2018

 

Gole di TIBERIO - POLLINA

Passeggiata all'interno del Parco delle Gole di Tiberio
(percorso naturalistico, lezione sulla flora arborea e arbustiva).
Visita del borgo madonita, della Chiesa Madre e del Museo della Manna, per conoscere la produzione e le fasi di raccolta di questa rara e utilissima linfa.
Partecipazione alla Sagra del Cinghiale. La manifestazione, si svolge tra i vicoli e le piazze con stand e degustazioni.

 

Appuntamento: domenica 8 aprile, ore 07:45 Piazzale Giotto (capolinea autobus)
Partenza: ore 08:00 (pullman GT PRESTIA E COMANDE')
Colazione: cornetti, the, caffè, acqua
Pranzo: presso ristorante a Pollina

Gole di Tiberio

Le Gole di Tiberio dal 2001 sono uno dei siti European Geoparks Network riconosciuto dall'UNESCO per le sue valenze geologiche. Lungo il tragitto per raggiungere le gole (460 mt circa) si trovano diversi percorsi che si possono fare anche contemporaneamente: percorso vita; naturalistico flora arborea, flora arbustiva e fauna (Mammiferi, Rettili, Volatili) Il geosito è costituito da una gola fluvio-carsica incisa dal fiume Pollina in corrispondenza di rocce carbonatiche Mesozoiche affioranti dai sedimenti numidici dov'è possibile rinvenire fossili del Giura-Cretaceo. Nei periodi di basso apporto idrico del corso d'acqua (giugno-settembre), lungo le pareti sono visibili morfologie legate all'azione fluviale e del carsismo. Si trovano nel territorio di confine fra il Comune di San Mauro Castelverde e quello di Castelbuono, lungo il fiume Pollina. Si tratta di affioramenti di calcari mesozoici modellati dall'erosione fluviale lunghe circa 250 metri, nacquero nel triassico superiore, circa 200 milioni di anni fa. Uniche in tutto il comprensorio madonita, costituiscono un ambiente di straordinario impatto paesaggistico e di notevole interesse naturalistico, poiché le levigate e strapiombanti pareti sono habitat ideale per numerose specie vegetali ed animali, soprattutto uccelli, tipiche degli ambienti rupestri. Il corso d'acqua, la cui portata è considerevole anche in primavera inoltrata, forma una serie di laghetti, piccole cascate, giochi d'acqua di grande suggestione ed è sontuosamente bordeggiato dalla incontaminata vegetazione tipica di questi ambienti, ove spiccano oleandri, salici, pioppi, tamerici, giunchi, canne e numerose specie erbacee. In particolare, all'interno delle gole si possono osservare: u Miricu, i numerosi nidi di varie specie di uccelli, i fossili di gasteropodi risalenti a circa 150 milioni di anni fa, il masso che fa da ponte naturale sulle gole, un tempo passaggio segreto dei briganti e ricercati che abitavano le numerose grotte e nascondigli della zona, i giochi di luce, una vegetazione incontaminata ed, infine, l'area nudista opera d'arte contemporanea realizzata nel 2005 da Robert Pruitt. Da decenni il sito è meta di turismo escursionistico e scientifico. Per gli amanti di sport fluviali poiché proprio in corrispondenza delle Gole il fiume diventa navigabile ed in primavera-estate vi si può fare anche il bagno.

Pollina

La cittadina ha conservato, intatto nel tempo, il caratteristico assetto urbanistico medioevale. Fa parte del Parco delle Madonie. Il comune di Pollina comprende anche la frazione Finale di Pollina. La maggioranza della popolazione residente nel comune di Pollina è situata nella suddetta frazione. Secondo alcuni storici, Pollina sembra essere la moderna erede di Apollonia, una città della Magna Grecia. La città sembra fosse protetta dagli Dei e consacrata rispettivamente al dio della luce, della divinazione e della poesia. Vari scrittori antichi, quali Primo Cicerone, Diodoro Siculo e Stefano Bizantino, parlano di una certa Apollonia ubicata tra Motta e Gangi. Non vi sono tuttavia reperti che avvalorino questa ipotesi. Notizie più concrete risalgono ad un periodo molto più recente del periodo greco e cioè al 1082, anno in cui il casale di Polla viene riportato tra i beni della diocesi di Troina. In seguito parte alla diocesi di Cefalù, venne da quest'ultima donata alla famiglia Ventimiglia, famiglia nobile di origini messinesi, gestore di tutto il territorio madonita, a partire dal 1321. Nella località chiamata "Pietrarosa" si può ammirare la Torre quadrata e i resti del Castello Medievale, la cui costruzione è certamente anteriore al sec. XIII. Di esso si fa menzione in un diploma dell'imperatore Federico II di Svevia dell'anno 1201. Appartenne ai vescovi di Cefalù fino al 1321, anno in cui fu ceduto, con tutto il casale di Pollina, a Francesco Ventimiglia. Dalla Torre, essa stessa osservatorio astronomico e risalente a metà del Cinquecento, Francesco Maurolico, fece le sue osservazioni astronomiche nel periodo in cui vi soggiornò, finché non morì il suo anfitrione, cioè Giovanni II Ventimiglia, morto nell'ottobre 1553, e poi sempre più di rado, finché non morì nel settembre 1560, il figlio di Giovanni, ovvero Simone Ventimiglia. La torre è stata notevolmente danneggiata dal tempo, dagli agenti atmosferici e dal terremoto del 26 giugno 1993. Si possono ancora vedere molte feritoie e un arco, che costituiva l'antico ingresso al castello, nei resti della cerchia delle mura antiche. Finale, e tutto il territorio di Pollina, dal 1321 alla fine della feudalità (1812), fece parte fondamentalmente dei possedimenti della famiglia Ventimiglia e il suo sviluppo fu legato essenzialmente a quello del "Marchisato". Nei primi del '500 il controllo, da parte dei Ventimiglia, sugli sbocchi marittimi di Termini Imerese, Cefalù e Castel di Tusa, pose in secondo piano l'importanza dello sbocco di Finale; più tardi, superato il periodo di crisi successivo alla massima espansione che era durata fino alla metà del '700, lo sbocco marittimo di Finale, per la "Val Demone", acquistò importanza vitale per la vita economica e commerciale dell'intero territorio controllato dai Ventimiglia. Infatti, come testimonia V. Amico, ai tempi cominciava a svilupparsi Finale come centro abitato dove esisteva già una "decentissima abitazione del marchese di Geraci... con annessa torre di ispezione". Finale si sviluppava quindi come sbocco commerciale marittimo del Marchesato, con l'area dei depositi retrostante alla torre di guardia (l'attuale "Torre" di Finale), la residenza saltuaria del Marchese ad Ovest dell'abitato e le abitazioni tra questi "poli", "con delle rette vie...". Agli inizi del'800, dopo l'abolizione della feudalità, con l'organizzazione amministrativa data dai Borboni di Sicilia, ci fu l'abolizione delle tre valli e l'istituzione di 7 provincie, 23 distretti e 150 circondari. Finale facente parte del territorio di Pollina fu annessa alla provincia di Palermo, al Distretto di Cefalù e al circondario di Castelbuono. Lo sviluppo turistico della zona cominciò negli anni '70 del Novecento, quando su progetto dell'architetto Foscari fu costruito, sulle linee del teatro greco, un teatro all'aperto ricavato da una roccia dolomitica, dal particolare colore metà rosato e metà bianco, da cui il nome di “Pietrarosa”, da cui è possibile godere di un bellissimo panorama montano. Nell'ultimo decennio, in seguito al terremoto del 26 giugno 1993, Pollina ha visto diminuire rapidamente la popolazione residente che di conseguenza si è trasferita, per la maggior parte, a Finale, causando così il decentramento delle attività nella frazione.

La Chiesa Madre

Anche la Chiesa Madre, dedicata ai SS. Giovanni e Paolo e costruita tra il 1821 e il 1832, conserva ancora gli elementi tipici della cultura architettonica medioevale. Il suo interno è conformato in tre navate principali. Nella navata destra vi è la cappella della Natività in cui sono custoditi un bassorilievo raffigurante la Natività prodotto da Antonello Gagini (1478-1536) e un bel tabernacolo in marmo opera di Giorgio da Milano (XV secolo). Sempre nella navata destra si trovano una magnifica statua della Madonna della Grazie, anch'essa opera del Gagini, e un organo del 1400 con le figure dei SS. Giovanni e Paolo.

La Manna e il Museo

La manna è la linfa estratta dalla corteccia di alcune specie di piante del genere Fraxinus (frassini), in particolare Fraxinus ornus (orniello o frassino da manna). È un prodotto tipico siciliano, come tale è riconosciuto e rientra nell'elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali (PAT) stilato dal ministero delle politiche agricole e forestali (Mipaaf). La coltivazione del frassino da manna risale presumibilmente alla dominazione islamica (IX-XI secolo d.C.); il più antico documento che menziona la manna risale al 1080 in un diploma del vescovo di Messina. La Sicilia divenne la maggiore produttrice nella seconda metà dell'Ottocento. Oggigiorno la coltivazione è limitata a poche zone della Sicilia, precisamente solo al territorio di Pollina e Castelbuono, con una superficie coltivata stimata nel 2002 a circa 3200; ha qui l'ultima generazione di frassinicoltori che mantiene in vita il prezioso patrimonio colturale e culturale legato al mondo dell'antico mestiere dello "Ntaccaluòru". In alcuni centri fino agli anni '50 la manna costituiva la base dell'economia locale per i frassinicoltori locali. Il fenomeno che ha spinto le nuove generazioni a preferire il lavoro in città, anziché l'agricoltura, ha contribuito fortemente all'abbandono della coltura della manna. La produzione della manna offre tuttavia un buon reddito rispetto al passato (ogni chilo ha un costo superiore a 20 euro, e il prezzo è sempre in crescita) Le aree in cui il frassino da manna viene (o veniva) coltivato fanno parte dell'assai più ampio areale naturale della specie (descritto nella voce Fraxinus ornus). Si tratta di zone comprese nella fascia altimetrica fra 200 e 800 m, a clima mediterraneo-arido (non a caso il frassino è pianta xerofita - si adatta bene alla siccità), su suoli calcarei o argillosi. Le produzioni migliori sono indicate per terreni calcari-arenacei esposti a sud-est. Le aree in cui il frassino da manna viene (o veniva) coltivato fanno parte dell'assai più ampio areale naturale della specie (descritto nella voce Fraxinus ornus). Si tratta di zone comprese nella fascia altimetrica fra 200 e 800 m, a clima mediterraneo-arido (non a caso il frassino è pianta xerofita - si adatta bene alla siccità), su suoli calcarei o argillosi. La manna è riconosciuta come Presidio Slow Food ed è per questo motivo che assieme ai frassinicoltori è stato redatto un disciplinare di produzione che ne garantisce la qualità e la provenienza. Si riduce sempre di più il numero dei coltivatori; ormai quasi solo gli anziani sanno come coltivare e praticare le incisioni sulla corteccia del tronco del frassino con un particolare coltello chiamato mannaruolo. Dalle piccole incisioni trasversali create con gesti precisi, sgorga lentamente un succo inizialmente di colore ceruleo e di sapore amaro (lagrima), che a contatto con l'aria rapidamente si schiarisce e assume un sapore dolce. Condensandosi, forma cannoli e stalattiti di colore bianco e profumati. L'operazione di raccolta si pratica ogni settimana con l'archetto, la paletta e la scatola (particolari arnesi per la raccolta della manna) La manna è classificata in base alla modalità di raccolta: Manna cannolo: è la più pregiata, simile ad una stalattite; si forma dal gocciolamento della linfa lungo la corteccia dell'albero e si raccoglie con l'archetto. Manna rottame: è costituita dalla linfa che scorre lungo la corteccia; si stacca con la rasula e si raccoglie nella scatola. Manna in sorte: è formata dalla linfa che si accumula nei cladodi di ficodindia appositamente predisposti alla base del tronco. Poiché la categoria più pregiata è la manna cannolo, è stato messo a punto un nuovo sistema di raccolta, al fine di aumentarne la quantità. Questo sistema prevede l'uso di fili di nylon legati ad una piccola lamina d'acciaio posta subito sotto l'incisione; la linfa scorre lungo i fili e solidifica formando cannoli di lunghezza considerevole, che si possono raccogliere ogni due giorni, contrariamente al metodo tradizionale che prevedeva la raccolta settimanale. La produzione viene messa ad asciugare (stinnitura) per le prime 24-36 ore all'ombra, per togliere e ripulire i cannoli e le stalattiti dalle impurità; successivamente in pieno sole sugli stenditoi o stinnituri per circa una settimana, fino a quando il prodotto raggiunge il giusto tenore d'umidità (circa il 9%). Infine, selezionata con cura, viene riposta in appositi contenitori in legno e conservata in ambiente asciutto. Di solito la prima incisione ricade nella seconda-terza decade di luglio. In questo periodo si pratica la scalzatura (o squasatura) che consiste nell'asportare la terra attorno al tronco fino a mettere a nudo la parte superiore delle radici più grosse; così facendo si agevola la pianta ad entrare in una condizione di stress idrico indispensabile ai fini della produzione. Per individuare il momento idoneo per la prima incisione, il frassinicoltore fa un esame per verificare la maturità della pianta controllando che il terreno sia completamente asciutto e si stacchi dalle radici, che le foglie virino dal verde intenso ad un verde tendente al giallo; inoltre per verificare l'effettivo stato di stress dell'albero si saggia con mano il grado d'appassimento del fogliame. Quando la pianta è pronta, si pratica la prima incisione con il mannaruolu; l'incisione avviene trasversalmente alla base del tronco a partire da 5-10 cm dal suolo. Le incisioni (ntacche) vengono effettuate ogni mattina a distanza di circa 2-3 centimetri dal solco precedente. La prima incisione incomincia nella seconda metà di luglio e si termina alla fine di settembre, se le condizioni meteorologiche lo permettono. La composizione chimica della manna è molto complessa e dipende da diversi fattori tra cui: qualità, zona di provenienza, l'età del frassino e la sua esposizione, l'andamento stagionale e molti altri fattori. La manna in media contiene il 40-60% di mannitolo o mannite (C6H14O6), 8-10% d'umidità, 3-5% glucosio e fruttosio, 12-16% manninotriosio, 6-12% manninotetrosio, 1-3% elementi minerali, 0,5%-0,1% resina e altre sostanze in quantità minori (vitamine, enzimi, mucillagini, pectine, tannini). La manna è in primo luogo un lassativo leggero esente da controindicazioni, particolarmente adatto alla primissima infanzia, alle persone molto anziane debilitate e convalescenti (viene somministrata generalmente nel latte, o come decotto di manna, che è un blando purgante); è un regolatore e rinfrescante intestinale, in quanto purifica l'apparato digerente da tossine e appesantimenti dovuti a cattiva alimentazione. È anche un cosmetico naturale, e ha una benefica azione sull'apparato respiratorio, infatti si comporta da fluidificante, emolliente e sedativo della tosse; è inoltre un dolcificante naturale a basso contenuto di glucosio e fruttosio, utilizzabile come dolcificante per diabetici. La manna possiede numerose virtù terapeutiche ed è innocua e priva di azioni secondarie rilevanti, cosa che tra l'altro la rende particolarmente raccomandabile in pediatria: è indicata nei casi d'indigestione e ipertensione, ha proprietà bechiche e anticatarrali, è sedativo della tosse e calmante nelle bronchiti; pezzetti di manna sciolti in bocca lentamente hanno proprietà espettoranti. Infine, può essere usata come collirio nelle congestioni oculari.

Il museo della manna, inaugurato nel 2011, si trova nella sede dell'ex municipio

All'interno due teche in cui sono esposti gli attrezzi che servono per la produzione della manna, dei pannelli esplicativi finanziati dall'Ente Parco delle Madonie e degli oggetti antichi. Il museo è inserito nella rete museale Musea (composta da 21 musei delle Madonie e dell'Himera), tramite un progetto regionale attuato dalla Sosvima. Una guida è presente all'interno del museo che vi illustrerà la storia e le diverse fasi di produzione e raccolta della manna avvalendosi di numerose foto; è possibile, inoltre, degustare il prodotto, facendo toccare con mano da cui si produce questo meraviglioso dono della natura. Lo scopo principale dell'EcoMuseo Valdemone di Pollina è quello di far rivivere il territorio di Pollina nel suo divenire storico, proponendo come "oggetti del museo" non solo gli oggetti che si trovano al suo interno ma anche i paesaggi, l'architettura, il saper fare e le testimonianze orali della tradizione. Nei mesi che vanno da giugno a settembre è possibile, inoltre, partecipare alla visita guidata ai campi dimostrativi della manna per assistere dal vivo alle incisioni e alla raccolta della manna e dei cannoli.

Ore 17:30 partenza per Palermo

 

indietro

Iscriviti alla Newsletter

corso-di-dizione


corso-inglese-fb

icona fotogallery 90blubianco

Abbiamo 293 visitatori e nessun utente online

5XMILLE

Cerca nel sito

translate

Italian Arabic Chinese (Simplified) English French German Japanese Korean Portuguese Russian Spanish

Prossimi appuntamenti

 

Sabato 14 e domenica 15 marzo 2020

 

Mineo e i luoghi di Luigi Capuana – Grammichele

 

 Venerdì 1 - Sabato 2 - domenica 3 maggio 2020

 

La Scala dei turchi ­- Cammarata

Racalmuto e i luoghi di Leonardo Sciascia

  

Sabato 6 e domenica 7 giugno 2020

 

Siracusa - Palazzolo Acreide

RAPPRESENTAZIONI CLASSICHE

 

Nessun evento
Ultimo mese Maggio 2024 Prossimo mese
L M M G V S D
week 18 1 2 3 4 5
week 19 6 7 8 9 10 11 12
week 20 13 14 15 16 17 18 19
week 21 20 21 22 23 24 25 26
week 22 27 28 29 30 31


ACCADEMIA NAZIONALE DELLA POLITICA

PRESIDENZA e SEGRETERIA GENERALE
Via Michele Miraglia, 18 - 90139 Palermo Tel. 091333913 - Fax 0916622514
E mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. | Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Copyright © 2012-2014. All Rights Reserved. | Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.